Design universale

Lo Universal Design è un approccio alla progettazione che cerca di rivolgersi ai bisogni di tutte le persone, superando ogni tipo di barriera (architettonica, linguistica, cognitiva, anagrafica, etc.) che ostacoli la loro partecipazione e fruizione.

Il termine è stato coniato nel 1985 dall'architetto Ronald L. Mace che, insieme a un gruppo interdisciplinare di studiosi del Center for Universal Design della North Carolina University, ha nel 1997 stilato 7 principi fondamentali:

  1. Equità - uso equo: utilizzabile da chiunque.

  2. Flessibilità - uso flessibile: si adatta a diverse abilità.

  3. Semplicità - uso semplice ed intuitivo: l'uso è facile da capire.

  4. Percettibilità - il trasmettere le effettive informazioni sensoriali.

  5. Tolleranza all'errore - minimizzare i rischi o azioni non volute.

  6. Contenimento dello sforzo fisico - utilizzo con minima fatica.

  7. Misure e spazi sufficienti - rendere lo spazio idoneo per l'accesso e l'uso.

Nel 2006 la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità ha fornito poi una definizione di design universale come “la progettazione di prodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate. La ‘progettazione universale’ non esclude dispositivi di sostegno per particolari gruppi di persone con disabilità ove siano necessari.”

La Convenzione è stata ratificata nel 2009 dal Parlamento della Repubblica Italiana, diventando a tutti gli effetti legge dello Stato.

Il design universale rappresenta quindi un ampliamento del concetto di accessibilità, basandosi su una metodologia olistica che accoglie qualunque tipo di diversità, che sia fisica, culturale, etnica o di genere: pur prevedendo lo sviluppo di specifici supporti per determinati gruppi di persone, in particolare quelle con disabilità, tende a far sì che prodotti, servizi e attività siano sin dall’origine pensati nel modo più inclusivo possibile limitando il ricorso a soluzioni che potrebbero avere effetti marginalizzanti.

Nel corso degli anni sono emerse altre formule, come Design for All e Inclusive Design, che tendono a mettere l’accento sugli aspetti di inclusione sociale e uguaglianza.

Approfondimenti:

EIDD - Design for All Europe

Associazione Design for All Italia

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